Alessandro Natta

Profilo storico-biografico

Alessandro Natta nasce a Oneglia (Imperia) il 7 gennaio 1918, da Antonio e Delfina Muratorio, famiglie di estrazione popolana, ultimo di 6 fratelli. Due dei fratelli maggiori Teresa e Pietro aderiscono al Partito comunista d'Italia sin dal momento della sua costituzione. Anche il cognato Tommaso Zanetta, marito di Teresa, milita nelle file del Partito Comunista d'Italia. È la sorella Giuseppina, maestra, che si occupa dell'educazione di Alessandro.

Natta si diploma all'Istituto magistrale e nel 1936 consegue il diploma di licenza liceale e, su suggerimento di Alfredo Tomasi, suo insegnante di lettere e poi marito della sorella Giuseppina, sostiene e vince il concorso per l'ammissione alla Scuola normale superiore di Pisa dove si distingue da subito per gli alti voti di profitto.

Gli interessi culturali del giovane Natta convergono soprattutto sulla ricerca storica e sulla storiografia politica e si laurea con una tesi su "Il pensiero storico e politico di Vincenzo Cuoco". In questo periodo insegnano a Pisa personalità di primo piano della cultura italiana contemporanea tra i quali Aldo Capitini e Guido Calogero promotori del liberalsocialismo che avranno un indubbio influsso sulla prima formazione politica di Natta. Fuori dalla Normale Natta stabilisce contatti con formazioni giovanili antifasciste e inizia la sua opposizione al fascismo anche se non ancora esplicitamente nelle fila del Pci.

Nel luglio 1941 parte per il servizio militare. Dopo il corso di allievi ufficiali viene trasferito prima all'Aquila poi in Grecia a Rodi. Dopo l'8 settembre Natta decide di non collaborare con i tedeschi come molti dei militari italiani internati. Viene imprigionato in alcuni campi tedeschi: nel marzo 1944 a Muhlber sull'Elba, in seguito a Kustrin, a Sandbostel e infine a Wietzendorf, dove rimane sino alla Liberazione. Nei lager partecipa alle iniziative culturali, volute e organizzate dal comando italiano che coinvolsero molti prigionieri.

Di ritorno dalla prigionia, nel 1945, si iscrive al PCI e inizia la sua lunga carriera politica che lo porterà, alla scomparsa di Enrico Berlinguer, alla elezione a Segretario nazionale del Partito comunista italiano.

A Imperia Natta ricopre subito incarichi direttivi nel Comitato federale e nella Segreteria della federazione e dirige la sezione stampa e propaganda iniziando così la sua ascesa ai vertici del partito. Nel frattempo ottiene un incarico di insegnamento presso un liceo ma rinuncia poco dopo per dedicarsi a tempo pieno all'attività politica. Nel 1946 viene eletto al consiglio Comunale di Imperia e nel 1948 entra al Parlamento, eletto nel collegio di Imperia, per uscirne alla fine della sua carriera nell'ottobre del 1991.

Nel 1949 frequenta i corsi di partito alla scuola delle Frattocchie per poter affrontare la carica di segretario della Federazione di Imperia dove rimarrà fino al 1954 quando verrà chiamato, l'anno successivo, alla guida dell'Istituto Gramsci primo incarico di una istituzione a livello nazionale.

Dal 1948 Natta è deputato della Repubblica. Alla Camera i primi interventi di vertono sul turismo, attività, ritenuta rilevante per la rinascita economica dell'Italia del dopoguerra, per concentrarsi poi, quale membro della VI Commissione permanente Belle arti e Istruzione, sulla politica scolastica. Il rinnovamento della scuola, le riforme ormai ineludibili del sistema scolastico italiano, i bilanci del ministero saranno al centro dei numerosi interventi parlamentari.

I suoi uffici politici all'interno del partito si susseguono prima con l'incarico della Sezione scuole di partito e, nel 1960, della Sezione stampa e propaganda, mandato che impegnerà il dirigente nell'organizzazione di una parte fondamentale del partito come quello della diffusione della stampa comunista e delle campagne di tesseramento e di finanziamento del Pci sia a livello centrale sia periferico.

Nel 1962 dirige la Sezione culturale e condivide con Luigi Longo la carica di direttore della rivista «Critica Marxista».

Il X Congresso del Pci del 1962 segna una ulteriore ascesa di Natta ai vertici del Pci: è vice responsabile dell'Ufficio di segreteria guidato da Enrico Berlinguer. Seguono gli incarichi nella Direzione, e come responsabile della Sezione organizzazione dal 1966 al 1969.

Contestualmente prosegue la sua attività di editorialista e redattore di articoli e di saggi storici e politici tra i quali si segnalano i numerosi studi sul pensiero politico di Vladimir Lenin, Antonio Gramsci e soprattutto Palmiro Togliatti.

I comizi, tenuti in tutto il territorio nazionale per occasioni elettorali locali e nazionali, celebrazioni e commemorazioni testimoniano lo sforzo fisico e intellettuale profuso dal dirigente comunista.

Dal 1972 al 1979 riveste la carica capogruppo parlamentare alla Camera lavorando, tra l'altro, alle riforme istituzionali, all'applicazione dei Regolamenti parlamentari, al funzionamento dell'intera macchina parlamentare. L'esperienza determinerà, nell'azione e nel pensiero di Natta la ferma considerazione del Parlamento come epicentro dell'elaborazione politica e della vita democratica.

Nel 1979 assume l'incarico di coordinatore unico della segreteria che tiene fino al 1983. Forte della precedente esperienza a fianco di Enrico Berlinguer come suo vice, Natta esprime in questo ruolo tutte le sue capacità politiche e le doti tecnico-organizzative.

Nel biennio 1983-1984 è nominato presidente della Commissione centrale di controllo incarico non strettamente operativo ma di grande prestigio.

Il 26 giugno 1984, dopo la morte di Berlinguer, viene eletto Segretario nazionale. Il dirigente è pronto a raccogliere la difficile eredità in un momento delicato per il Partito. Negli anni della sua direzione Natta si trova a far fronte a una serie di sconfitte politiche ed elettorali: il referendum della scala mobile del 1985, fortemente voluto dal Pci, e le elezioni del 1987.

Alla fine dell'aprile del 1988 Natta viene colpito da infarto. Poco dopo, con una lettera del Comitato Centrale e alla Commissione centrale di controllo comunica le sue dimissioni dalla carica di Segretario. Si apre nel partito una fase di profonde riflessioni che porterà alla formulazione di posizioni diverse discusse nel XIX Congresso svolto nel 1990. Il dibattito congressuale vede prevalere la mozione di Achille Occhetto con l'apertura di una fase costituente per la nascita di una nuova formazione politica. La mozione Occhetto, votata a maggioranza, segna l'uscita definitiva di Alessandro Natta dalla politica attiva.

L'ultimo segretario del Pci si ritira a vita privata dedicando il suo tempo a molteplici attività culturali: stesure di saggi, articoli di storia e politica, recensioni e presentazioni di saggi e volumi sulla storia e sulla cultura ligure.

Muore a Imperia il 23 maggio 2001.