Archivio Francesco Cossiga (1944 - 2011)

Profilo storico-biografico

Politico, giurista e docente, nonché ottavo Presidente della Repubblica italiana e poi senatore a vita, Francesco Maurizio Cossiga nasce a Sassari il 26 luglio 1928 da Giuseppe e Maria Zanfarino, in una famiglia medio-borghese di fede repubblicana e di probabile origine corsa.


Conseguita la maturità classica ad appena sedici anni come privatista, s'iscrive alla Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Sassari ma, pur laureandosi giovanissimo, intraprende un percorso universitario alquanto movimentato: si trasferisce alla Cattolica di Milano - dove sostiene un solo esame - per passare quindi all'Ateneo di Pisa e tornare infine a quello sassarese dove si laurea a soli vent'anni con il massimo dei voti, la lode e la dignità di stampa.


Una volta divenuto avvocato patrocinante in Cassazione, si dedica allo studio e al perfezionamento di diritto costituzionale, iniziando nello stesso tempo la sua produzione scientifica scritta. Agli inizi del 1951 è nominato assistente volontario alla cattedra di diritto costituzionale della facoltà di legge di Sassari dove insegna e tiene corsi sia in diritto costituzionale sia, nel tempo, anche di storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sardegna e di diritto costituzionale regionale. Si allontana dal mondo accademico nel 1966 quando viene nominato Sottosegretario alla Difesa nel terzo Governo Moro.


Sin da giovane Cossiga partecipa attivamente - creandosi ruoli via via sempre più importanti - all'associazionismo cattolico attraverso la militanza nell'Azione cattolica e nella Fuci. È iscritto sin dal 1945 alla Democrazia cristiana e un decennio più tardi, nel 1956, ne diviene segretario provinciale contestualmente alla sua entrata nel Consiglio nazionale con una lista collegata alla corrente di Amintore Fanfani. Guida la rivolta dei "giovani turchi", una corrente sarda che chiede un cambiamento nella formazione democristiana e che si schiera contro i notabili del partito.


Nella sua città Cossiga conosce il leader democristiano Mariano Rumor e, ad appena trenta anni, viene eletto deputato. Sarà, nel corso degli anni, il più giovane Sottosegretario alla Difesa, il più giovane Ministro dell'interno, il più giovane Presidente del Consiglio, il più giovane Presidente del Senato. Così come sarà il più giovane Presidente della Repubblica ad appena cinquantasette anni.


È votato per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1958 e sarà riconfermato nelle successive tornate elettorali fino al 1983, anno in cui è nominato senatore. Nel 1960 sposa Giuseppa Sigurani da cui avrà due figli: Anna Maria e Giuseppe.


Nel 1966, accettando la carica di Sottosegretario alla Difesa nel terzo Governo Moro, Cossiga inizia la sua fattiva partecipazione a molti esecutivi politici di cui sarà componente come ministro e come Presidente del Consiglio. È nominato, infatti, Sottosegretario di Stato alla Difesa anche nel 1968, (secondo Governo Leone e primo Governo Rumor), nel 1969 (secondo Governo Rumor), poi ministro senza portafoglio nel 1974 nel quarto Governo Moro quindi diviene Ministro dell'interno nel 1976 (quinto Governo Moro e terzo Governo Andreotti) e nel 1978 (quarto Governo Andreotti). Ricopre la carica di Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1979 al 17 ottobre 1980 e quella di Presidente del Senato il 12 luglio 1983.


Il periodo più difficile nella lunga carriera politica di Cossiga coincide con i cosiddetti "anni di piombo" (è Ministro dell'interno nei drammatici giorni del sequestro di Aldo Moro e dopo l'omicidio di quest'ultimo rassegna le dimissioni). Diventa Presidente del Consiglio dall'agosto 1979 all'ottobre 1980 governando a capo di due governi di coalizione che si succedono. Il 12 luglio 1983 è designato quale Presidente del Senato.


Viene eletto al primo scrutinio, con 752 voti su 977, Presidente della Repubblica il 24 giugno 1985; il suo settennato al Quirinale è pressoché diviso in due periodi con azioni e atteggiamenti più o meno opposti.


Nei primi anni, infatti, Cossiga si comporta da esecutore delle scelte dei partiti, anche se non mancano decisioni energiche come nel 1987, quando finito il Governo Craxi, conferisce un mandato esplorativo a Nilde Jotti del Pci. Non trovando una maggioranza, convoca Fanfani, ma dopo pochi mesi dà l'incarico al semisconosciuto Giovanni Goria, che diventerà il più giovane capo di governo italiano. Dopo la caduta del muro di Berlino, Cossiga muta radicalmente il proprio atteggiamento e comincia il suo periodo da "picconatore". Inizia a scagliarsi contro tutto l'arco costituzionale, non risparmiando i suoi compagni di partito (tenterà di impedire la formazione di un nuovo governo Andreotti) e contro il Pci di Achille Occhetto.


L'ultimo periodo del suo mandato è segnato dallo scoppiare del "caso Gladio": nel 1990 Cossiga rivendica di aver organizzato negli anni ‘60 una struttura paramilitare denominata "Gladio", facente parte della rete Stay Behind varata dalla Nato, un'organizzazione clandestina progettata per salvaguardare la sicurezza nazionale da possibili attacchi ma soprattutto da un'eventuale presa di potere della Sinistra. Si aprono delle indagini, la Commissione stragi si esprime contro Gladio, e nel 1991 i parlamentari del Pci e della minoranza guidati da Luciano Violante e Marco Pannella chiedono la messa in stato d'accusa per il Presidente Cossiga. Tra il Capo dello Stato e i partiti seguiranno mesi di polemiche, sino al definitivo proscioglimento, nel 1994, a seguito della richiesta di archiviazione della Procura di Roma recepita anche dal tribunale dei ministri.


Nel 1992 scoppia il fenomeno chiamato "Tangentopoli" che sembra quasi confermare molte delle denunce di Cossiga sulla politica, ma il 25 aprile di quell'anno, a un mese dalla scadenza naturale del mandato, il Presidente si dimette con un discorso televisivo.


Rassegna le dimissioni il 28 aprile 1992 diventando senatore a vita quale Presidente emerito della Repubblica. Il periodo successivo al settennato presidenziale è per Cossiga decisamente molto attivo anche rispetto a quello dei predecessori: in un primo momento si ritira dall'attività politica, ma nel 1998, anche a seguito della disgregazione della Democrazia cristiana, fa il suo ritorno in campo attraverso la fondazione dell'Unione democratica per la Repubblica (Udr), formazione che riunisce una parte di ex democristiani e con cui si giunge alla nascita del governo D'Alema dopo la caduta di Romano Prodi. Una volta conclusasi la sua esperienza all'Unione democratica per la Repubblica (Udr) che, tra l'altro, non si costituisce mai in gruppo parlamentare, Cossiga aderisce all'Unione democratica per l'Europa (Udeur) - nuovo soggetto politico fondato da Clemente Mastella - ma poi abbandona ancora la politica attiva e nel 2002 annuncia le dimissioni da senatore a vita.


Negli anni successivi, oltre a far parte di diverse Commissioni permanenti (quale aderente al Gruppo misto), scrive numerosi editoriali, anche sotto pseudonimo, soprattutto per i periodici «Libero» e «Il Riformista» ma, principalmente, rilascia numerose interviste che scatenano tante polemiche nell'opinione pubblica.


Muore a Roma il 17 agosto 2010.