Archivio della Camera Regia

Il fondo del Regno si compone di numerose serie che documentano l'attività sia legislativa che amministrativa della Camera dei deputati nel periodo storico compreso tra il 1848 e il 1943.
In questo fondo sono comprese anche le carte che si riferiscono alle vicende parlamentari degli anni precedenti l'unità d'Italia (1848-1861): infatti, pur nella consapevolezza che esiste una cesura tra il Parlamento subalpino e il Parlamento del Regno d'Italia, si è operata questa scelta in relazione a due principali ragioni: la sostanziale continuità della struttura amministrativa della Camera in tutto questo periodo; gli elementi di continuità registrati anche dal punto di vista archivistico. La documentazione dell'attività parlamentare efficacemente conservata dal Parlamento subalpino (con la nomina di un funzionario ad hoc, l'archivista bibliotecario, Leonardo Fea) si è mantenuta costante anche in occasione dei trasferimenti della capitale, prima a Firenze, poi a Roma, quando le carte dell'Archivio subalpino vengono trasferite unitamente alle pregiate scaffalature che le contenevano. Nel corso

del Novecento, attraverso i numerosi versamenti, le varie serie di cui si compone il fondo del Regno hanno continuato ad incrementarsi e a riflettere, così come era avvenuto nell'Ottocento, l'evolversi delle complesse vicende storiche del paese ed i grandi mutamenti politici ed istituzionali.
Le diverse serie archivistiche del Regno contengono documenti che rispecchiano l'attività parlamentare nei suoi aspetti più peculiari: i Verbali d'Aula, che costituiscono il principale strumento di certezza giuridica sull'attività della Camera; i Verbali degli Uffici, attraverso i quali è possibile ricostruire l'iter legislativo preparatorio dei singoli provvedimenti (tra il 1848 ed il 1920 l'istruttoria fu sempre affidata a questi "uffici" salvo i cinque anni - 1868/73 - in cui fu introdotto il sistema delle "tre letture"; e continuò in via assolutamente prevalente anche negli anni 1888-1920 quando il regolamento prevedeva la coesistenza dei due sistemi di esame); Disegni e proposte di legge e incarti delle Commissioni, che contengono documentazione varia ed inedita, raccolta dalle Commissioni incaricate dell'esame dei vari progetti di legge; l'ampia serie delle Commissioni d'inchiesta, attraverso cui si ricostruiscono alcuni degli episodi più importanti e controversi della storia del Regno d'Italia (ad es. la Commissione sul brigantaggio, sulle rotte del Po, sullo scandalo delle banche, etc); ed inoltre le serie delle mozioni, interpellanze, interrogazioni, strumenti attraverso i quali la Camera esercita la funzione ispettiva e di indirizzo sull'operato del Governo; e ancora i Messaggi; le Petizioni; i Verbali elettorali. Vi sono poi alcune serie che documentano l'attività della Camera sotto il profilo amministrativo come la Questura, o dei suoi rapporti con l'Amministrazione Pubblica, gli altri organi costituzionali, personalità e Stati esteri, nonchè con i privati cittadini, come gli Incarti di segreteria. Sono presenti, infine, alcune serie riguardanti aspetti biografici di deputati di vari periodi, quali le Carte di parlamentari (1905-1923), documenti relativi ad un piccolo nucleo di deputati che svolsero la loro attività nel primo ventennio di questo secolo, e le Schede anagrafiche dei deputati (1909-1943), compilate all'inizio di ogni legislatura con i dati anagrafici e la firma autografa dei parlamentari.

  • I processi verbali delle sedute costituiscono, per tradizione consolidata, il principale strumento di certezza giuridica dei lavori della Camera. La loro redazione è stata affidata costantemente a un alto funzionario della Camera.
    Il regolamento del 1848 stabiliva infatti che la Camera nominasse "un estensore dei processi verbali non tolto fra i membri" della stessa (articolo 70), mentre attribuiva ai Segretari il compito di "sovrintendere" alla loro redazione (articolo 11). Ogni seduta della Camera doveva cominciare con la lettura del processo verbale della seduta precedente (articolo 14), che, dopo l'approvazione, veniva trascritto su registro e firmato dal Presidente della Camera e da uno dei Segretari (articolo 72).
    Anche se più volte venne richiesta la soppressione di questa documentazione, la normativa rimase in vigore anche negli anni successivi con modifiche di scarso rilievo.
    I verbali d'Aula si presentano rilegati in volumi e, secondo le norme regolamentari, redatti, sino al 1880, in duplice copia anch'essa rilegata.

    voll. 149, b. 1 - Inventario sommario

    Leg. I (1848) voll. 2 (3)[[nota:Il numero tra parentesi indica i volumi della seconda copia.]]
    Leg. II (1849) vol. 1 (1)
    Leg. III (1849) voll. 1 (2)
    Leg. IV (1849-1853) voll. 5 (6)
    Leg. V (1853-1857) voll. 3 (3)
    Leg. VI (1857-1859) voll. 2 (2)
    Leg. VII (1860) vol. 1 (1)
    Leg. VIII (1861-1865) voll. 7 (7)
    Leg. IX (1865-1867) voll. 2 (2)
    Leg. X (1867-1870) voll. 4 (5)
    Leg. XI (1870-1874) voll. 4 (4)
    Leg. XII (1874-1876) voll. 2 (2)
    Leg. XIII (1876-1880) voll. 4 (3)
    Leg. XIV (1880-1883) voll. 4
    Leg. XV (1883-1886) voll. 6
    Leg. XVI (1886-1890) voll. 7
    Leg. XVII (1890-1892) voll. 2
    Leg. XVIII (1892-1894) voll. 3
    Leg. XIX (1895-1896) voll. 2
    Leg. XX (1897-1900) voll. 5
    Leg. XXI (1900-1904) voll. 10
    Leg. XXII (1904-1909) voll. 6
    Leg. XXIII (1909-1913) voll. 8
    Leg. XXIV (1913-1919) voll. 7
    Leg. XXV (1919-1921) voll. 2
    Leg. XXVI (1921-1923) voll. 3
    Leg. XXVII (1924-1930) voll. 2
    Leg. XXVIII (1930-1934) voll. 3
    Leg. XXIX (1934-1938) b. 1

    149 volumi

  • Verbali delle riunioni della Camera in Comitato segreto (1848-1940)
    Si tratta di registri contenenti i verbali di sedute della Camera in Comitato segreto, dedicate prevalentemente all'approvazione del bilancio interno e ad altre questioni di natura amministrativa.

    voll. 5 - Inventario sommario

    5 volumi

  • Fin dal Parlamento subalpino era previsto che il lavoro legislativo preparatorio fosse effettuato tramite gli Uffici. Questi, fissati dall'articolo 2 del regolamento del 1848 nel numero di sette, divennero nove a partire dal 1863.
    Gli Uffici avevano una duplice funzione di cui la prima era riferita alle sole proposte di legge d'iniziativa parlamentare: dare un parere preventivo circa la loro ammissione alla lettura in seduta pubblica. La seconda e più importante funzione veniva svolta nei confronti di tutti i progetti di legge sui quali essi attuavano un esame più particolareggiato, esprimendo un parere ed eleggendo un commissario. L'insieme dei commissari eletti dagli Uffici costituiva la Commissione che procedeva all'esame completo del progetto di legge e alla designazione di un relatore che, nel giorno fissato per la discussione, riferiva in Aula il parere della Commissione stessa.
    Dal 1868 al 1873 fu decisa la soppressione degli Uffici sostituendo al sistema fino ad allora in vigore quello delle "tre letture". Scomparve perciò, la suddivisione della Camera in nove Uffici creati per sorteggio, mentre le competenze di questi passavano alla Camera stessa costituita in "Comitato privato". I progetti di legge presentati alla Camera in nome del re o mandati dal Senato avevano la procedura seguente: annunziati alla Camera erano stampati, distribuiti ai deputati e trasmessi al Comitato privato. Il Comitato privato esaminava il progetto di legge e nominava una giunta per riferirne alla Camera. Dopo che la relazione della Giunta era stampata e distribuita la Camera procedeva in seduta pubblica prima alla discussione generale, quindi alla discussione e alla votazione. Infine aveva luogo la votazione della legge nel suo complesso per scrutinio segreto (articolo 48). I progetti d'iniziativa parlamentare seguivano lo stesso iter, preceduto però, da una deliberazione della Camera "di prenderli in considerazione" dopo la lettura in seduta pubblica autorizzata dal Comitato privato (articolo 49)[[nota:Camera dei deputati, Atti parlamentari - Raccolta degli atti stampati, Legislatura X, sessione I, n. 216.]].
    Nel 1873 il sistema della lettura negli Uffici venne ripristinato, anche se continuarono le polemiche che ne avevano determinato l'abolizione. Dopo ripetuti tentativi di modificare la procedura su questo punto, nel 1888, la Giunta permanente per il regolamento pervenne alla determinazione di reintrodurre il sistema delle "tre letture", non in sostituzione ma in aggiunta a quello degli Uffici, lasciando che fosse il proponente (Governo o singolo deputato) a scegliere la forma di presentazione.
    Il sistema di nomina degli Uffici, che da sempre avveniva tramite sorteggio, sembrò inadeguato quando, nella XXV legislatura acquistò maggiore rilievo la presenza dei Gruppi parlamentari. Si giunse, così, nel 1920 alla riforma che portò all'istituzione di commissioni permanenti[[nota:Le commissioni permanenti per l'esercizio finanziario 1921-1922 erano: I Affari interni, ordinamento politico e amministrativo, igiene e sanità; II Rapporti politici con l'estero e Colonie; III Finanze e Tesoro; IV Esercito e Marina militare; V Lavori pubblici e comunicazioni; VI Economia nazionale; VII Legislazione di diritto privato, affari di giustizia e culto, autorizzazioni a procedere; VIII Istruzione e belle arti; IX Legislazione sul lavoro, emigrazione, previdenza sociale.]],
    nominate per esercizio finanziario e i cui membri venivano eletti dai Gruppi politici, costituenti ciascuno un Ufficio, in ragione di uno ogni venti iscritti al Gruppo.
    Tali commissioni erano nove e tra di loro era suddiviso, secondo la competenza, tutto il lavoro preparatorio alle discussioni in Aula. Nel 1922 esse furono aumentate di numero da nove a dodici[[nota: La XII Commissione era quella delle "Terre liberate e redente".]], abolendo nel contempo la necessità dell'autorizzazione alla lettura per le proposte di legge d'iniziativa parlamentare.
    La vittoria del Partito fascista nelle elezioni del 1924 portò, nel corso della XXVII legislatura, all'abolizione delle disposizioni relative ai Gruppi ed alle commissioni permanenti e al ripristino del vecchio sistema degli Uffici. Nel giugno del 1924, fu approvato un complesso di modifiche al regolamento che, tra l'altro, abolì le "tre letture", procedimento ormai caduto in desuetudine. Sempre durante la XXVII legislatura furono apportate altre modifiche al regolamento tra cui l'istituzione di una Commissione permanente per l'esame dei progetti di conversione dei decreti-legge che non fossero di competenza della Giunta del bilancio e della Giunta dei trattati, ammettendo però la procedura degli Uffici su richiesta del governo o di dodici deputati; queste proposte furono approvate nel dicembre 1927.
    Sino al 1939, per l'esame preparatorio del lavoro legislativo in Assemblea la Camera dei deputati si divideva in Uffici e commissioni; i primi continuavano a lavorare secondo la vecchia procedura mentre, per ragioni tecniche, alcune materie alle quali sembrava necessario assicurare, con continuità, il contributo di esperti, venivano devolute all'esame delle commissioni permanenti.
    Nel 1939, dopo la soppressione della Camera dei deputati, la Camera dei fasci e delle corporazioni adottò un nuovo regolamento che prevedeva fra l'altro la costituzione di commissioni permanenti che, oltre ad esaminare i progetti di legge in via preliminare, li approvavano in via definitiva.
    La serie Verbali degli Uffici rispecchia nelle sue linee generali l'evoluzione della procedura regolamentare in materia di primo esame delle leggi. La serie, tuttavia attualmente non si presenta completa almeno rispetto alla situazione disegnata da Solidati e Mariotti nel 1882. Sono ancora conservati i registri delle decisioni degli Uffici relativi al primo esame di ammissibilità per il biennio 1875-1876; i registri degli Uffici relativi al secondo esame per i periodi 1851-1868, 1873-1920, 1924-1938; i registri dei comitati privati per gli anni 1868-1873 e delle Commissioni permanenti per gli anni 1920-1924 che integrano i precedenti registri per il periodo in cui questi organi sostituirono gli Uffici. Nella serie sono conservati anche registri relativi ad alcune giunte o commissioni, le cui funzioni impropriamente possono essere assimilate a quelle degli Uffici.

    pac. 62 di regg. 510 e bb. 15 - Inventario sommario

    Leg. IV (1851-1853) regg. 14
    Leg. V (1853-1857) regg. 14
    Leg. VI (1857-1859) regg. 14
    Leg. VII (1860) regg. 9
    Leg. VIII (1861-1865) regg. 72
    Leg. IX (1865-1867) regg. 18
    Leg. X (1867-1868) regg. 18 [[nota:I primi verbali della X legislatura sono trascritti negli ultimi volumi della IX.]]
    Leg. X (1868-1870) regg. 3 [[nota:Si tratta dei registri in cui venivano riportate cronologicamente le decisioni del Comitato privato. Formalmente i registri si presentano identici ai precedenti, anche nelle parti prestampate, risultando adatti alla nuova funzione (come ad esempio nella parte recante l'indicazione degli eletti nella Giunta, precedentemente destinata al nome del commissario nominato da ogni singolo Ufficio).]]
    Leg. XI (1870-1873) regg. 5 [[nota:V. nota precedente.]]
    Leg. XI (1873-1874) regg. 27
    Leg. XII (1874-1876) regg. 27
    Leg. XII (1874-1876) regg. 18 [[nota:Si tratta dei registri relativi al primo esame cui erano sottoposte da parte degli Uffici le proposte di legge d'iniziativa parlamentare.]]
    Leg. XIII (1876-1880) regg. 45
    Leg. XIV (1880-1882) regg. 18
    Leg. XV (1882-1886) regg. 36
    Leg. XVI (1886-1890) regg. 36
    Leg. XVII (1890-1892) regg. 9
    Leg. XVIII (1892-1894) regg. 9
    Leg. XIX (1895-1896) regg. 9
    Leg. XX (1897-1900) regg. 27
    Leg. XXI (1900-1904) regg. 18
    Leg. XXII (1904-1908) regg. 9
    Leg. XXIII (1909-1913) regg. 9
    Leg. XXIV (1913-1919) regg. 1
    Leg. XXV (1919-1920) regg. 9
    Leg. XXV (1920-1921) bb. 2[[nota: Le buste contengono i verbali, redatti su registri (oppure su fogli sciolti), relativi alle commissioni permanenti; ad essi sono allegati anche fascicoli contenenti decreti registrati con riserva, corrispondenza e documenti della Commissione, opuscoli e memorie.]]
    Leg. XXVI (1921-1924) bb. 11 [[nota: Si tratta di materiale identico a quello descritto nella nota precedente, comprendente anche quello relativo alla Commissione d'inchiesta sulle terre liberate e redente.]]
    Leg. XXVII (1924-1928) regg. 9
    Leg. XXVIII (1929-1934) regg. 10 [[nota:L'ultimo registro contiene un verbale della "Sottogiunta Esteri e Colonie".]]
    Leg. XXIX (1934-1938) regg. 9
    Leg. XXIX (1934-1938) regg. 4 [[nota:Si riferiscono alla Giunta per l'esame delle tariffe doganali e dei trattati di commercio.]]
    Leg. XXX (1939-1943) b. 1 [[nota:E' documentazione prodotta dalla Camera dei fasci e delle corporazioni relativa alle sedute delle commissioni legislative riunite (convocazioni, fogli di presenza, verbali e un registro dei disegni di legge).]]
    Leg. XXVI-XXX (1927-1941) b. 1 [[nota: Si tratta del carteggio e dei documenti relativi alla Commissione, istituita ai sensi dell'articolo 2 della legge 30 dicembre 1923, n. 2814, sui progetti di riforma dei codici civile, di procedura civile, di commercio e della marina mercantile.]]

    510 registri

    15 buste

  • La serie comprende i fascicoli delle proposte di legge, cioè la documentazione riguardante la funzione legislativa della Camera sia nella fase dell'iniziativa sia in quella istruttoria.

    1355 volumi

    126 buste

    6 registri

  • La serie è costituita da due nuclei di registri diversi per contenuto e finalità e distanti tra loro cronologicamente.

    5 registri

    104 volumi

  • Si tratta di una piccola serie di registri compilati solo nei primi anni di vita della Camera subalpina in cui sono riportati i principali passaggi dell'iter parlamentare cui erano sottoposte le proposte di legge[[nota: Per le differenze di procedura tra le "proposizioni" d'iniziativa parlamentare e quelle di origine governativa cfr. la serie Verbali degli Uffici]].
    I registri di questa serie - divisi per legislatura e sessione - generalmente riportano di seguito su pagine affiancate: il numero d'ordine progressivo; il proponente; l'oggetto; le date di presentazione, di comunicazione agli Uffici per l'assenso alla lettura, della lettura da questi "assentita", della presa in considerazione e della distribuzione agli Uffici della proposta stampata; l'elenco dei commissari, del relatore e la data della relazione; la delibera della Camera e il testo approvato.
    Ogni registro è corredato di una rubrica con i nomi dei proponenti e l'argomento trattato.
    Registri simili si trovano per gli anni 1924-1943 nella serie Disegni e proposte di legge e incarti delle commissioni.

    regg. 5 - Inventario analitico (1990)


    Leg. I (1848) reg. 1
    Leg. II (1849) reg. 1
    Leg. III (1849) reg. 1
    Leg. IV (1850-1852) regg. 2

    5 registri

  • Si tratta di volumi, divisi per legislatura, contenenti in ordine cronologico di approvazione il solo testo del progetto approvato con il riferimento al numero dello stampato. I volumi sono corredati da una rubrica per oggetto e proponente.

    voll. 104 - Inventario sommario

    104 volumi

  • Interrogazioni, mozioni e interpellanze costituiscono gli strumenti attaverso i quali il Parlamento esercita la funzione ispettiva sull'operato del Governo. Il regolamento provvisorio del 1848 non stabiliva alcuna norma per la presentazione di interpellanze e interrogazioni, che di conseguenza venivano svolte e discusse immediatamente senza essere preannunciate. Col tempo, però, dal momento che questo modo di procedere intralciava i lavori del Parlamento, andarono affermandosi alcune consuetudini che vennero poi introdotte nei regolamenti.
    Le interpellanze furono disciplinate per la prima volta nel regolamento del 1863 il quale, all'articolo 56, stabiliva che "ogni deputato il quale intenda muovere interpellanza ai ministri ne consegnerà la proposta in scritto al Presidente all'apertura dell'adunanza in cui desidera che sia annunciata. Tale proposta indicherà sommariamente l'oggetto dell'interpellanza. Il Presidente ne darà lettura alla Camera". Nel successivo articolo 57 venivano stabilite le modalità della risposta con una serie di norme - tra le quali quella della presentazione scritta - che vennero integrate nel 1868.
    Quanto alle interrogazioni, se ne fa menzione nel regolamento del 1868, dove si chiariva che "un deputato che intenda rivolgere una semplice interrogazione o richiedere una comunicazione di documenti" era tenuto a darne "annunzio preventivo", consentendogli di porre la domanda immediatamente qualora la Camera avesse consentito (articolo 69).
    Poiché non cessavano i contrasti fra i deputati e i ministri, si decise di modificarlo. Le motivazioni sono ben evidenti nella relazione di Bonghi quando, nel 1887, presentando le riforme, scriveva: "il diritto d'interrogazione e di interpellanza se ben disciplinato, è dei più preziosi al buon andamento del Governo parlamentare, alla sua efficacia sul paese; come mal disciplinato, è il più adatto a sciupare il tempo di tutti, deputati e ministri. Interessa quindi gli uni e gli altri che non sia intralciato nel suo esercizio, né intralci: le quali cose ora succedono l'una e l'altra"[[nota:Camera dei deputati, Atti parlamentari - Documenti, Legislatura XVI, sessione I, 1886-1887, n. XIX quater]]. Fu in tale sede che venne precisata la definizione di interrogazione e interpellanza mettendo così finalmente ordine nell'esercizio concreto da parte dei deputati della funzione ispettiva. All'articolo 71 l'interrogazione veniva definita come una "semplice domanda se un fatto sia vero, se alcuna informazione sia giunta al Governo o se sia esatta; se il Governo intenda comunicare alla Camera documenti che al deputato occorrano, o abbia preso o sia per prendere alcuna risoluzione su oggetti determinati"; mentre l'interpellanza aveva per oggetto "i motivi e gl'intendimenti" della condotta del Governo (articolo 72). Nella stessa sede veniva anche stabilito che le interrogazioni al pari di quanto già avveniva per le interpellanze, dovessero essere presentate per iscritto.
    Le mozioni invece acquistano rilievo formale solo a partire dal 1888, quando venne approvata una proposta della Commissione per il regolamento che ne disciplinava la presentazione stabilendo che il Presidente non potesse leggerle in seduta pubblica se prima tre Uffici non ne avessero autorizzato la lettura o la mozione non fosse stata firmata da dieci deputati[[nota:Camera dei deputati, Atti parlamentari, Legislatura XVI, Sessione II, 1887-1888, n. 3-bis.]].
    Tranne alcune modifiche procedurali che precisavano meglio l'esercizio delle tre forme di controllo parlamentare, la disciplina di interrogazioni, interpellanze e mozioni rimase sostanzialmente immutata.
    Il ricorso agli ordini del giorno è il risultato di una consuetudine entrata via via in uso alla Camera e disciplinata con precisione solamente negli anni 1887-1891, allorché si decise che "la presentazione di un ordine del giorno relativo all'argomento in discussione non dà diritto a discorrere dopo dichiarata chiusa la discussione" (articolo 77).
    La serie conserva gli originali manoscritti di interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno, raccolti separatamente e divisi - quelli relativi a interpellanze e interrogazioni - per ministeri.
    La documentazione, come serie autonoma inizia dalla XIV legislatura e presenta lacune, in particolare risultano mancanti gli incarti relativi alle legislature XV e XVI; ad integrazione della serie per il periodo precedente si può consultare la serie Incarti di Segreteria. I documenti sono rilegati in volume per gli anni 1880-1882 e 1890-1913 mentre sono raccolti in pacchi per gli anni 1913-1928.

    voll. 33, bb. 20 - Inventario sommario


    Leg. XIV (1880-1882) vol. 1
    Leg. XVII (1890-1892) vol. 1
    Leg. XVIII (1892-1894) vol. 1
    Leg. XIX (1895-1897) voll. 3
    Leg. XX (1897-1900) voll. 8
    Leg. XXI (1900-1904) voll. 4
    Leg. XXII (1904-1909) voll. 5
    Leg. XXIII (1909-1913) voll. 10
    Leg. XXIV (1913-1919) bb. 8
    Leg. XXV (1919-1921) bb. 5
    Leg. XXVI (1921-1923) bb. 4
    Leg. XXVII (1924-1928) bb. 2
    Leg. XXVIII (1929-1934) b. 1

    33 volumi

    20 buste

  • Lo Statuto albertino sanciva il diritto di petizione alla Camera per tutti i cittadini maggiorenni[[nota:La regolamentazione delle petizioni non giunge a circoscriverne il contenuto; si può dire, tuttavia, che esse corrispondono sostanzialmente a quanto prescritto dagli articoli 57 e 58 della legge. La tipologia di quelle che si conservano è assai varia arrivando anche al suggerimento di migliorie in ambito tecnologico.]] e per le "Autorità costituite" (articoli 57 e 58), prevedendo un primo esame da parte di un'apposita Giunta sulla base della cui relazione la Camera stessa avrebbe deciso dell'ulteriore iter. Nel suo primo regolamento la Camera disciplinò questo diritto assegnando ad uno dei Segretari l'incarico di riferire sommariamente, in apertura di seduta, sulle petizioni pervenute che successivamente venivano inviate alla Giunta. Questa, a norma dell'articolo 67, era tenuta a fare "ogni settimana un rapporto sulle petizioni pervenute alla Camera e per ordine di data d'iscrizione al processo verbale". Era previsto inoltre che venisse stampata e distribuita "una tabella indicante il giorno nel quale il rapporto sarà fatto, il nome e il domicilio del petente, l'oggetto della petizione ed il numero col quale essa è inscritta nel registro della Commissione".
    Per combattere gli abusi che si verificavano nell'esercizio del diritto di petizione, nella tornata del 2 marzo 1850, prendendo lo spunto dalla discussione su una petizione riconosciuta falsa, il relatore Cattaneo, a nome della Commissione, richiamò l'attenzione della Camera sull'opportunità di meglio regolamentare la presentazione. La Commissione del Regolamento incaricata di trattare la questione stabilì allora regole precise - che permettevano di identificare la persona del petente - che furono approvate in Aula il successivo 21 aprile.
    La serie conserva con qualche lacuna gli originali delle petizioni trattenute dalla Camera a partire dal 1848 al 1938; mentre di quelle inviate ai ministeri per l'emanazione di eventuali provvedimenti di loro competenza si conserva, di solito, la corrispondenza relativa alla trasmissione. I documenti sono conservati in fascicoli numerati progressivamente (ad eccezione del periodo 1900-1934) e contenenti, in ordine cronologico, le singole petizioni ordinate secondo il numero assegnato al momento della registrazione[[nota:La numerazione delle petizioni è continua dal 1848 al 1871, accompagnandosi con quella autonoma del gruppo delle "illegali", e ricomincia dal 1871 arrivando con numerazione ininterrotta sino al 1934.]]; i fascicoli, a loro volta, sono condizionati in buste. Le petizioni non prese in considerazione sono conservate insieme alle altre sino al 1861, anno in cui cominciano ad essere numerate e raccolte separatamente.
    Nella serie, inoltre, sono conservati i registri delle petizioni, denominati "elenchi", contenenti le annotazioni relative all'iter seguito per il periodo 1848-1904 e, dopo una lacuna, per il periodo 1913-1938, riunito in un unico registro; le rubriche delle petizioni per gli anni 1848-1873 e 1889-1907; i transunti di petizioni per gli anni 1851-1897 e 1904-1943; i verbali della Giunta per le petizioni dal 1848 al 1880 e dal 1882 al 1938; le petizioni a stampa dal 1861 al 1889 e dal 1899 al 1909.
    Notizie sulle petizioni si rinvengono anche nella serie Incarti di Segreteria e va tenuto presente, ai fini della ricerca, che molte petizioni sono conservate nei fascicoli della Serie Disegni e proposte di legge e incarti delle Commissioni, individuabili anche attraverso l'interrogazione dell'inventario analitico informatizzato della serie.

    bb. 129 - Inventario sommario
    - Inventario analitico informatizzato (2010)

    129 buste

  • Si tratta di documentazione, presente fin dal Parlamento subalpino attinente la posizione personale dei deputati in rapporto sia al momento dell'elezione sia alla loro partecipazione ai lavori della Camera. Le opzioni e le dimissioni erano regolate dalla legge elettorale, mentre i congedi erano disciplinati dallo stesso regolamento della Camera all'articolo 85.
    Le opzioni, come recitava l'articolo 101 della legge elettorale 17 marzo 1848, consistevano nella scelta, fatta dal deputato eletto da vari collegi elettorali, di quello in cui intendeva "esercitare la rappresentanza". Alle dimissioni faceva riferimento l'articolo 102, riconoscendo "alla Camera dei deputati … sola il diritto di ricevere le dimissioni dei suoi membri".
    Le questioni connesse ai congedi, intesi come legittimazione da parte della Camera all'assenza di un deputato, costituirono ben presto motivo per un'attenta conservazione della relativa documentazione. La Camera infatti si trovò ad affrontare il problema del numero legale e a più riprese fu proposto che i deputati in congedo non fossero computati ai fini della determinazione dello stesso[[nota:Fu in occasione della determinazione del quorum degli Uffici che la Camera stabilì, il 30 giugno 1848, che esso fosse costituito dal terzo dei deputati che vi appartenevano, dedotti quelli in congedo.]]. Ma, a causa della discordanza di pareri su tale argomento, solo con le riforme del regolamento approvate nel 1863 si giunse a stabilire che i deputati in congedo non fossero computati nella formazione del numero legale[[nota:Successivamente, nel Regolamento del 1868, si equipararono i deputati in congedo a quelli assenti per incarico della Camera.]]. Pertanto si presentò l'inderogabile esigenza di conservare esatta documentazione dei congedi adottati, per i quali nel 1857 era stato ribadito che la domanda dovesse essere fatta direttamente dall'interessato e per iscritto.
    Le successive modifiche regolamentari non influirono sulla tipologia della documentazione che è costituita da volumi contenenti le lettere autografe inviate dai deputati al Presidente della Camera. Dal 1852 al 1882 i volumi sono preceduti da un indice e raccolgono richieste di congedi, opzioni e dimissioni sistemate in ordine cronologico, risulta mancante il materiale relativo alla legislatura XV. Dal 1894 al 1913 la stessa documentazione si presenta sempre rilegata in volumi, ma raccolta in fascicoli, mentre successivamente gli stessi fascicoli sono sciolti e raccolti in buste.

    voll. 37 e bb. 15 - Inventario sommario

    Leg. IV - V (1852-1855) vol. 1
    Leg. V - VI 1856-1858) vol. 1
    Leg. VI - VII (1859-1860) vol. 1
    Leg. VIII (1861-1865) voll. 3
    Leg. IX - X (1867-1868) vol. 1
    Leg. X (1868-1870) voll. 3
    Leg. XI (1870-1873) voll. 3
    Leg. XI - XII (1873-1875) vol. 1
    Leg. XII - XIII (1876-1877) vol. 1
    Leg. XIII (1878-1881) voll. 3
    Leg. XIV (1881-1882) vol. 1
    Leg. XVI (1887-1888) vol. 1
    Leg. XVII (1891-1892) vol. 1
    Leg. XVIII - XIX (1894-1896) vol. 1
    Leg. XIX (1896-1897) voll. 2
    Leg. XX (1897-1900) voll. 3
    Leg. XXI (1900-1904) voll. 2
    Leg. XXII (1904-1909) voll. 3
    Leg. XXIII (1909-1913) voll. 5
    Leg. XXIV (1913-1919) bb. 5
    Leg. XXV (1919-1921) bb. 2
    Leg. XXVI (1921-1923) bb. 2
    Leg. XXVII (1924-1928) bb. 3
    Leg. XXVIII (1929-1932) bb. 3

    37 volumi

    15 buste

  • Costituiscono la serie le lettere di trasmissione alla Camera di stampati, pubblicazioni, libri spediti da parte di uffici pubblici o privati cittadini e, in linea di massima, depositati nella biblioteca. Vi si trovano anche lettere di natura diversa inviate da singoli cittadini per comunicare alla Camera proprie opinioni o rivolgere richieste.

    Le lettere, disposte in ordine cronologico, sono rilegate in volumi. A partire dalla XIV legislatura quelle provenienti dai ministeri sono raccolte in fascicoli recanti ciascuno l'intestazione dell'amministrazione di provenienza mentre le altre sono raccolte in un unico fascicolo denominato "Miscellanea". La serie non è completa mancando i volumi 1 (ante 1855) e 7 (IX legislatura).

    voll. 24, reg. 1 - Inventario sommario




    Leg. V - VI (1855-1858) vol. 1
    Leg. VI (1859-1860) vol. 1
    Leg. VIII (1861-1865) voll. 3
    Leg. X (1867-1870) vol. 1
    Leg. XI (1872-1874) vol. 1
    Leg. XII - XIII (1874-1877) vol. 1
    Leg. XIII (1878-1880) vol. 1
    Leg. XIV (1880-1882) voll. 2
    Leg. XV (1882-1886) voll. 3
    Leg. XVI (1886-1890) voll. 4
    Leg. XVII (1890-1892) vol. 1
    Leg. XVIII (1892-1895) voll. 2
    Leg. XIX (1895-1897) vol. 1
    Leg. XX (1897-1899) voll. 2

    Leg. XXVI - XXIX (1889-1896) reg. 1

    24 volumi

    1 registro

  • L'istituzione di una Commissione permanente per l'esame dei bilanci data a partire dal regolamento del 1863.
    In precedenza la Camera alla quale - secondo l'articolo 10 dello Statuto albertino - erano presentati in prima istanza i bilanci dello Stato, pur avendo una Commissione permanente di contabilità e finanza aveva demandato l'esame della materia ad un'altra commissione, appositamente nominata dagli Uffici. Questa era composta da 21 membri, tre per ogni Ufficio[[nota: Nel 1849 il numero dei componenti fu elevato a 35, in considerazione della grande mole di lavoro di fronte alla quale la Commissione si era trovata.]], e si suddivideva in sottocommissioni, struttura che venne mantenuta in linea di massima anche in seguito.
    La Commissione del bilancio prevista dal regolamento del 1863, era composta da un numero maggiore di membri (27) e da cinque sottocommissioni incaricate dell'esame di ciascun bilancio. Nel 1865 le venne attribuito anche l'esame del disegno di legge di maggiori spese, sottraendolo agli Uffici, affinché si tenesse conto del legame tra tali leggi e l'insieme dei bilanci. La Commissione del bilancio durava in carica per tutta la sessione.
    In questa serie si conservano, senza soluzione di continuità dal 1849 al 1938, i verbali delle riunioni di commissioni e sottocommissioni e, parzialmente, la documentazione e la corrispondenza. La documentazione e i verbali si ritrovano anche nella serie Disegni e proposte di legge e incarti delle commissioni, nel fascicolo della proposta di legge relativo al singolo bilancio ministeriale.

    voll. 9, b. 1, regg. 38 - Inventario sommario

    Leg. III (1849) reg. 1
    Leg. IV - IX (1850-1867) reg. 1
    Leg. IX - X (1867-1870) reg. 1
    Leg. XI (1870-1874) reg. 1
    Leg. XII (1874-1876) reg. 1
    Leg. XIII-XIV (1876-1880) regg. 2
    Leg. XIV (1880-1882) reg. 1
    Leg. XV (1882-1886) regg. 2
    Leg. XVI (1886-1889) regg. 2
    Leg. XVII (1890-1892) reg. 1
    Leg. XVIII (1892-1894) reg. 1
    Leg. XIX (1895-1896) reg. 1
    Leg. XX (1897-1900) reg. 1
    Leg. XXI (1900-1904) voll. 2
    Leg. XXII (1904-1909) voll. 2
    Leg. XXIII (1909-1913) voll. 5
    Leg. XXIV (1913-1919) regg. 6 e b. 1
    Leg. XXV (1919-1921) regg. 5
    Leg. XXV - XXVI (1920-1923) regg. 3[[nota:Sono tre registri dei progetti finanziari.]]
    Leg. XXVII (1924-1928) reg. 1
    Leg. XXVIII (1929-1934) regg. 3[[nota:Oltre ai registri dei verbali si conserva anche un protocollo della corrispondenza della Giunta per gli anni 1930-1933.]]
    Leg. XXIX (1934-1938) regg. 4[[nota: Uno di questi è un registro dei provvedimenti legislativi esaminati dalla Commissione annotati per ordine di seduta.]]

    9 volumi

    1 busta

    38 registri

  • Il giorno della sua prima riunione, l'8 maggio 1848, la Camera dei deputati adottò in via provvisoria come proprio regolamento quello che era stato predisposto dal Ministro Balbo sulla base dei regolamenti dell'Assemblea nazionale francese del 1839 e della Camera belga del 1831. Di fatto quel regolamento rimase in vigore quasi immutato fino al 1863, seguito da altri regolamenti ugualmente provvisori fino al 1886, quando la Camera istituì una "Giunta permanente per il Regolamento interno della Camera" "che studi e riferisca (così ne definì i compiti il relatore onorevole Cuccia), "man mano che se ne avvertirà il bisogno, le singole massime che gioverà introdurre nel nostro regolamento". In precedenza le modifiche regolamentari erano state affidate a commissioni temporanee istituite ad hoc, che studiavano i problemi sollevati e presentavano anche proprie proposte, senza tuttavia pervenire a risultati concreti. L'istituzione della Giunta permanente portò invece quasi immediatamente alle grandi riforme Bonghi. voll. 2, b. 1 - Inventario sommario

    2 volumi

    1 busta

  • Sia il regolamento del 1848 sia quello del 1863 prescrivevano che i verbali delle elezioni venissero distribuiti negli Uffici della Camera ognuno dei quali nominava un relatore. Ma questo sistema si dimostrò molto presto contrario alla celerità del lavoro e all'uniformità della giurisprudenza per cui gli autori del regolamento del 1868, facendo proprio un concetto già espresso dalla Commissione per il Regolamento del 1850, decisero di rinnovare in modo radicale il sistema di convalidazione delle elezioni[[nota: Camera dei deputati, Atti parlamentari - Discussioni, Legislatura X, Sessione 1867, 2 aprile 1867 e 24-27 novembre 1868.]] affidando ad una Commissione permanente di dodici deputati, nominati dal Presidente della Camera, il giudizio definitivo sulle elezioni stesse. L'intera materia fu oggetto di ampia discussione e vennero presentati numerosi emendamenti tendenti a restituire all'Assemblea che di fatto veniva ad esserne esautorata il potere di decidere in via definitiva sulle elezioni.
    La parola finale venne con l'approvazione dell'emendamento dei deputati Valerio e Ferraris che restituiva all'Assemblea tale potere stabilendo che "le conclusioni motivate" della Giunta dovessero essere sottoposte alla deliberazione della Camera.
    Tali disposizioni rimasero in vigore fino alla XXII legislatura quando la Giunta per il Regolamento propose e la Camera approvò che, tra l'altro, la Giunta delle elezioni non poteva dare le dimissioni e, se date, il Presidente non le comunicava ma aveva facoltà di rinnovare la Giunta quando per un mese non avesse risposto a ripetute convocazioni o non fosse stato possibile raccogliere il numero legale; era, inoltre, fatto divieto ai deputati di patrocinare dinanzi ad essa, salvo che per la propria elezione.

    voll. 151, bb. 4 - Inventario sommario

    I documenti dell'Archivio elettorale sono ordinati nelle seguenti sottoserie:

    Statistiche delle votazioni elettorali (1848-1892)
    Leg. I - XVII voll. 49

    Elenco alfabetico dei deputati sedenti alla Camera e dei rispettivi collegi (a stampa) (1849-1870)
    Leg. II - X voll. 2

    Contestazioni (1857-1858; 1891; 1913-1917)
    bb.2
    voll. 2

    Atti elettorali di Pallanza - Piacenza (1860)
    Leg. VII vol. 1

    Risultati elezioni (1861-1874)
    Leg. VIII - XII voll. 2

    Statistiche delle elezioni (1861-1876; 1889-1913)
    vol. 1

    Costituzione di sezioni elettorali (1870-1904)
    Leg. XI - XXI voll. 25

    Riassunto dei registri (1882-1919)
    Leg. XV - XXIV voll. 27

    Corrispondenza della Giunta delle elezioni
    Leg. XV - XXIII voll. 7

    Registri delle elezioni generali (1886-1924)
    Leg. XVI - XXVI voll. 11

    Elezioni suppletive (1890-1921)
    Leg. XVII - XXV bb. 2

    Elezione del deputato di Fiume del Parlamento italiano (1919)
    Leg. XXV vol. 1

    Protocolli, documenti della Giunta delle elezioni, indice degli atti dell'Archivio elettorale
    vol. 1
    Verbali della Giunta delle elezioni
    Leg. I - XXIX voll. 21

    Massimario della Giunta delle elezioni
    Leg. XV - XX vol. 1

    151 volumi

    4 buste

  • Commissioni parlamentari d'inchiesta1862 - 1923

    Sino al 1868 l'istituto dell'inchiesta parlamentare non era disciplinato né dallo Statuto né da legge ordinaria. Non esisteva di conseguenza alcuna procedura codificata intorno al modo di proporre le inchieste, tanto che alcune furono deliberate dalla Camera senza l'esame preventivo degli Uffici. Solo nel 1868 venne introdotta l'inchiesta parlamentare nel regolamento della Camera (nel regolamento del Senato non vi era alcuna disposizione particolare per le inchieste), agli articoli 73-75, equiparandone la procedura a quella della presentazione delle proposte di legge di iniziativa parlamentare (art. 73). Elementi essenziali di tale procedura erano: la scelta dei componenti della Commissione tramite votazione per schede o tramite delega al Presidente da parte dell'Assemblea (art. 74) e l'obbligo di informare la Camera e chiedere la facoltà per le trasferte fuori sede della Commissione (art. 75). Nulla invece era detto circa i poteri della Commissione, la sua sfera di azione, i criteri per la sua composizione, i rapporti con l'Assemblea, le conclusioni e gli eventuali accordi con l'altro ramo del Parlamento.
    Per quanto il regolamento avesse, pur nella sua schematicità, individuato la procedura per la istituzione di una Commissione di inchiesta, più volte furono proposte e deliberate inchieste direttamente in Assemblea, mediante mozioni, ordini del giorno, risoluzioni etc. Si ricordano così la Commissione di inchiesta sul brigantaggio, deliberata nel Comitato segreto tenuto dalla Camera il 16 dicembre 1862; l'inchiesta sul corso forzoso dei biglietti di banca, deliberata con l'ordine del giorno dei deputati Corsi, A. Rossi ed altri, approvato nella tornata del 10 marzo 1868; con ordine del giorno fu altresì deliberata l'inchiesta sul macinato (o.d.g. Corbetta, approvato il 5 giugno 1871); sempre con ordine del giorno (Guicciardini, 21 marzo 1893) fu istituita l'inchiesta sulle banche.
    Per quanto riguarda la necessità o l'opportunità di una legge generale, il Parlamento regio ha scelto di regolare di volta in volta l'esercizio del diritto di inchiesta in occasione della istituzione delle singole inchieste; ciò nondimeno sia la dottrina sia il dibattito parlamentare più volte si sono trovati ad affrontare il problema, ma il Parlamento regio non approvò mai una legge generale sulle inchieste.
    Nel periodo del fascismo, il ruolo affievolito svolto dal Parlamento, specialmente nella sua funzione ispettiva, non registrò l'attuazione di inchieste parlamentari.

  • L'Ufficio di Presidenza è un organo collegiale, previsto sin dal regolamento del 1848, formato dal Presidente della Camera, dai Vicepresidenti, dai Segretari e dai Questori. Oltre a sovraintendere all'organizzazione dei lavori parlamentari esplica anche funzioni di direzione dei servizi e del personale della Camera. Dal punto di vista documentale e archivistico la Serie dei registri non si interrompe con la fine della XXX legislatura ma prosegue nel periodo della transizione costituzionale, di qui l'indicazione del 1946.

    voll. 13[[nota:La Serie contiene i verbali dell'Ufficio dal 1849 sino al 1953.]] e bb. 3 - Inventario sommario, con indice informatizzato di tutti i punti trattati nelle singole sedute tra il 1848 ed il 1946.

    13 volumi

    3 buste

  • L'ufficio dei Questori è previsto fin dal regolamento del 1848 che ne fissa l'istituzione all'articolo 6: "La Camera dopo la verificazione dei poteri, procede alla elezione per tutto il corso della sessione annuale: … di due Questori con ischeda a scrutinio di lista…"; e ne disciplina l'attività all'articolo 77: "I Questori sono incaricati di tutte le misure relative al materiale, al cerimoniale ed alle spese della Camera".
    I Questori avevano anche il compito di "sovrintendere alla biblioteca e agli archivi" divenendo, successivamente, componenti di diritto della Commissione per la sorveglianza della biblioteca.
    Con il regolamento del 1863 ad essi venne affidato anche il compito di provvedere agli affari urgenti di amministrazione durante l'intervallo delle sessioni o nel caso di scioglimento della Camera.
    Il regolamento approvato il 1° luglio 1900 confermò sostanzialmente le attribuzioni dei Questori, stabilendo all'articolo 16 che essi "sovrintendono al cerimoniale, alla polizia, al servizio e alle spese della Camera; rimangono in ufficio anche nell'intervallo delle Sessioni fino a che siano nominati i loro successori, ai quali rimetteranno i conti".
    In sostanza i Questori costituiscono il centro motore dell'amministrazione della Camera. La documentazione di questa serie si presenta strutturata in due parti cronologicamente separate: la prima, relativa al periodo 1848-1896, è costituita da incartamenti ordinati secondo un titolario le cui principali voci riguardano appunto la gestione amministrativa della Camera; la seconda, costituita da un insieme di fascicoli riguardanti singoli affari limitati nel tempo, riguarda il periodo 1930-1944. Vi è, inoltre, una busta relativa ai lavori di sistemazione del Palazzo di Montecitorio per gli anni 1905-1907.

    bb. 38 e voll. 2 - Inventario analitico informatizzato (2008)

  • Questa serie, che ininterrottamente testimonia dell'attività esterna della Camera per il periodo che va dal Parlamento subalpino alla caduta del Fascismo, conserva la corrispondenza inviata dagli uffici dell'amministrazione pubblica anche se non è rara quella di cittadini e private istituzioni. Il primo riferimento a questo tipo di documentazione può essere letto nell'articolo 15 del regolamento del 1848, dove si prevedeva che il Presidente, o su suo ordine un Segretario, desse "conoscenza alla Camera in ciascuna seduta de' messaggi, lettere ed altri indirizzi che la concernono, salvo gli scritti anonimi".
    Con le modifiche apportate al regolamento della Camera nel 1849 furono inoltre demandate agli impiegati della Segreteria "la cura degli archivi e le altre incombenze affidate al bibliotecario archivista" (articolo 5). Passavano così al personale della Segreteria le attribuzioni che il regolamento del 1848 aveva affidato al bibliotecario archivista in aggiunta alla cura della biblioteca e che così erano state esemplificate nell'articolo 80: "il deposito della corrispondenza relativa alla Camera, la formazione delle liste, l'elenco delle morti e delle dimissioni, dei congedi e dei passaporti, ecc.".
    Sino al 1882 i documenti sono conservati in ordine cronologico in volumi distinti per legislatura. Ogni volume è preceduto da un indice - redatto al momento della rilegatura del volume - contenente l'indicazione del mittente, la data, a partire dalla legislatura VIII (1861), la documentazione dei volumi è raggruppata in fascicoli originari creati o per materia - con riferimento alle competenze assegnate dal regolamento alla Segreteria - o per amministrazione di provenienza1.

    Dal 1882 il materiale si trova organizzato secondo un titolario di classificazione impostato su dodici categorie individuate da lettere alfabetiche; all'interno delle categorie esiste una suddivisione in fascicoli numerati.

    - Inventari analitici2 (1995-1996) voll. e bb. 201
    - Inventari analitici informatizzati a cura di Raffaella Crociani (2006-2020)


    1) La corrispondenza in partenza è conservata in copialettere; per questi e i registri di protocollo, v. Fondi miscellanei del periodo del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia.
    2) Gli Incarti di Segreteria del Regno sono in suddivisi in due sottoserie: A. Incarti di Segreteria della Camera dei deputati del Regno di Sardegna (1848-1861), in Le Carte della Camera dei deputati del Regno di Sardegna (1848-1861), Inventari a cura di Luigi Londei, Patrizia Melella, Daniela Sinfisi ed Erilde Terenzoni, Quaderni dell'Archivio storico, n. 3, Camera dei deputati 1995; B. Incarti diversi di Segreteria della Camera dei deputati del Regno d'Italia (1861-1943), Inventario a cura di Anna Lia Bonella, Manuela Calcioli, Gigliola Fioravanti, Maria Guercio,in Quaderni dell'Archivio storico, n. 4, Camera dei deputati 1996.].

    volumi

    201 buste

  • La serie è composta da volumi contenenti le schede con i dati anagrafici e la firma autografa dei parlamentari, per la XXX legislatura la scheda è corredata da altri dati biografici indicati dal consigliere nazionale sul verso della scheda stessa.

    voll. 12 Legg. XXIII-XXX

    12 volumi

  • L'insieme di documenti relativi ad un piccolo nucleo di deputati che svolsero la loro attività nel primo ventennio di questo secolo e che, per ingiustificata consuetudine, è stato conosciuto con il nome di Aventiniani, costituisce il primo caso di incremento dell'Archivio storico della Camera dei deputati con carte appartenenti quasi esclusivamente alla sfera privata di parlamentari.
    Secondo una tradizione orale queste carte sarebbero state rinvenute abbattendo un tramezzo che aveva nascosto per decenni un minuscolo locale contenente alcune cassettiere in uso ai deputati per deporre le loro carte.
    Dal punto di vista del loro contenuto le carte riflettono momenti d'interesse politico-parlamentare, ma sono anche testimonianza della sfera affettiva e familiare dei singoli deputati. Le principali voci in cui rientra la documentazione hanno attinenza all'attività parlamentare, al collegio elettorale (con particolare riferimento alle richieste d'interessamento), al partito, all'attività professionale e alla vita privata. Sono presenti anche alcune copie di giornali d'interesse locale e opuscoli su argomenti specifici. Qualitativamente e quantitativamente il fondo non è omogeneo, in alcuni casi la documentazione si riduce a poche unità a stampa.

    Cesare Alessandri (1920-1922)
    Mauro Angioni (1919-1922)
    Cesare Bruno di Belmonte (1913-1923)
    Domenico Brezzi (1919-1922)
    Francesco Buffoni (1920-1922)
    Arturo Caroti (1912-1921)
    Gaetano Ciocchi (1918-1923)
    Cesare Maria De Vecchi (1921-1922)
    Enrico Dugoni (1913-1918)
    Francesco Fazi (1906-1910)
    Giovanni Ferrari (1921-1922)
    Francesco Frola (1920-1921)
    Alberto Lapegna (1911-1915)
    Vincenzo Ludovici (1920)
    Domenico Marchioro (1919-1920)
    Teodoro Morisani (1921-1922)
    Mario Murari (1919-1921)
    Adelfo Negretti (1917-1922)
    Antonino Pecoraro (1920-1923)
    Achille Pellizzari (1919-1921)
    Nicolò Rienzi (1906-1907)
    Nicola Serra (1921)
    Baldassarre Squitti (1919-1922)
    Antonio Teso (1921)
    Antonio Vicini (1905-1920)
    Francesco Zanardi (1920-1923)

    bb. 44 - Inventario analitico (1991[[nota: Inventario a cura di Vincenzo Franco, Alexandra Kolega, Angela Lanconelli, Maria A. Quesada]])

  • La serie è costituita prevalentemente da due gruppi di fascicoli: il primo relativo all'attività dei consiglieri della Camera dei fasci e delle corporazioni durante la XXX legislatura (1939-1943) (932 fascicoli nominativi); il secondo contenente documentazione, richiesta dall'Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo, riguardante l'attività di deputati e senatori.

    bb. 49 - Inventario sommario; elenco informatizzato dei fascicoli personali nominativ (2004)

    49 buste

  • Miscellanea1848 - 1943

    Con questa denominazione sono attualmente identificati due gruppi di documenti posti fuori dell'ordinaria collocazione e inventariati sommariamente nel 1962 come Miscellanea nera e Miscellanea pulita. La prima contiene prevalentemente documentazione di Segreteria restaurata. La seconda conserva materiale documentario proveniente da varie serie confluito in questa miscellanea per motivi sconosciuti. Probabilmente si tratta di materiale conservato negli anni Trenta nel deposito sotto il cortile d'onore di Palazzo Montecitorio e che aveva subito danni da allagamento, come riferito nel 1932 dal Segretario generale Rossi Merighi in Ufficio di Presidenza[[nota: ASCD, Ufficio di Presidenza, reg. 10, seduta del 29 novembre 1932, cc. 21-22.]]