Commissione d'inchiesta sulle rotte del Po (11.02.1873 - 22.06.1875)

Profilo storico-biografico

La Commissione parlamentare d'inchiesta sulle rotte del Po venne nominata a seguito della deliberazione presa dalla Camera dei deputati nella tornata del 17 febbraio 1873. Il deputato Andrea Ghinosi aveva presentato il 15 gennaio precedente una proposta di apertura di un'inchiesta sulle inondazioni verificatesi nell'ottobre del 1872 nelle regioni del basso Po (CD, Atti parlamentari, leg. XI, sess. II, doc. n. 180). La proposta era formulata nei seguenti termini: "La Camera davanti alla enormità dei danni cagionati dalle inondazioni delibera un'inchiesta sullo stato delle arginature del basso Po, e sulle cause che produssero le ultime rotte". La proposta, svolta e presa in considerazione il 20 gennaio, fu ampliata dalla Giunta della Camera, che l'11 febbraio presentò la propria relazione (doc. n. 180-A).
Il 17 febbraio, dopo aver preso atto che il Governo aveva nominato una Commissione tecnica per accertare le cause del disastro, la Camera riformulò la proposta che fu approvata nei seguenti termini: "La Camera, udita la lettura del decreto che nomina una Commissione tecnica incaricata di studiare il problema del regime idraulico del bacino del Po, delibera di eleggere una Commissione d'inchiesta di 7 membri, la quale, indagate le cause che determinarono le ultime rotte, e assunte informazioni sull'ordinamento attuale delle difese, esamini in quali rapporti le odierne disposizioni legislative ed amministrative ed il personale applicatovi, stiano colle esigenze del servizio idraulico e proponga quei provvedimenti che reputerà necessari ad ovviare il rinnovarsi di simili disastri". La Commissione, composta dai deputati Nicolò Botta, Giovanni Cadolini, Alessandro Casalini, segretario, Agostino Depretis, presidente, Luigi Manzella, Luigi Tegas e Luigi Viarana, nominata il giorno successivo, si pose immediatamente all'opera. Al Ministero dei lavori pubblici ed alle Deputazioni provinciali delle zone interessate dall'alluvione vennero richieste puntuali relazioni, compilate sulla base di circostanziati quesiti e, contemporaneamente, si decise di procedere alla interrogazione di deputati e senatori delle zone alluvionate, presenti in Roma (cfr. busta 1, fasc. 4).
Verso la metà del mese di aprile la Commissione si trasferì sui luoghi dove erano avvenute le rotte per interrogare le autorità competenti e il personale addetto alla sorveglianza del fiume. Dopo pochi giorni il Presidente Depretis fu costretto ad abbandonare i lavori perché richiamato a Roma dalla crisi politica. La Commissione, presieduta da Luigi Viarana, decise, in un primo momento, di continuare gli interrogatori per poi sospendere l'inchiesta a causa della crisi politica. La chiusura della sessione il 12 luglio determinò la decadenza del mandato. Dopo la riapertura della Camera, avvenuta il 15 novembre 1873, il deputato Andrea Ghinosi ripresentò la proposta d'inchiesta e chiese la riconferma della Commissione (CD, Atti parlamentari, leg. XI, sess. III, doc. n. 36). La proposta fu approvata dalla Camera nella tornata del 29 novembre. La Commissione riprese in pieno l'attività il 28 gennaio 1874 e concluse gli interrogatori il 7 febbraio successivo. Erano nel frattempo pervenute le risposte ai quesiti sia da parte delle Deputazioni provinciali che dal Ministero dei lavori pubblici ed altri chiarimenti erano stati richiesti dalla Commissione durante i suoi lavori direttamente a uffici del Genio Civile e intendenze di finanza.
La quantità di documentazione a disposizione fu ritenuta sufficiente per trarre in tempi brevi le conclusioni e proporre opportuni provvedimenti legislativi allo scopo di evitare futuri disastri. In realtà, per motivi che non sono stati chiariti in seguito ad uno scambio di note, avvenuto nei giorni 19 e 20 giugno 1875 tra due membri della Commissione, i deputati Luigi Tegas e Nicolò Botta, ed il Presidente Depretis, tutta la documentazione venne consegnata all'archivio della Camera, accompagnata da un dettagliato elenco di versamento in duplice originale e l'inchiesta non ebbe ulteriore seguito. Le note citate, peraltro, indicate nell'elenco di versamento con i numeri 35 e 36 non sono state rintracciate.(cfr. busta 1, fasc. 1). Non si lamenta solo questa lacuna tra il materiale archivistico. Mancano, infatti, gli atti relativi alle province di Pavia, Milano e Verona, di cui ai nn. 27, 28 e 29 dell'elenco di versamento, e quelli segnati ai nn. 31, 32 e 33 dello stesso elenco.

11.02.1873 - 22.06.1875

48 fascicoli

6 volumi

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